Testo in italiano - English text
Quella di Paola Tornambè è una fotografia artistica, basata su lunghi tempi di esposizione che le permettono una fusione a più strati di immagini a creare un effetto pittorico; sono immagini in divenire che risultano volutamente sfumate, oniriche, evanescenti. Fotografa per il motivo esattamente contrario a quello che ci si aspetterebbe: non per fermare il tempo, ma per mostrare il suo scorrere. Nulla è mai veramente fermo, e così, solo dentro al movimento si può cogliere la verità delle cose. Catturare la somma dei movimenti che compiamo nel tempo, vivendo - e che lei stessa compie davanti la macchina fotografica -, è la sua ossessione fotografica. Introspettive, oniriche e a tratti surreali, le immagini di Paola Tornambè si collocano in quel territorio di confine tra "il visibile e l’invisibile" e sono capaci di dare un volto direttamente alle emozioni e ai tormenti dell’essere. Una fotografia che mostra i sogni, i turbamenti, le sensazioni improvvise e rivelatrici, le emozioni lievi e sfuggenti, le dimensioni profonde dell’anima inquieta e della sua immaginazione, l’essenza della magia viva dell’interiorità, i ricordi sfumati in un accenno di luce. Una fotografia di una malinconica bellezza e dal forte potere evocativo.
"Il mosso è per Paola Tornambè mezzo per esprimere la natura effimera di ogni rappresentazione, le sue immagini intrappolate in identità provvisorie sull’orlo della dissolvenza ci spingono verso una terra di confine tra creazione e distruzione, tra immagine e rappresentazione, tra interiorità ed esteriorità alla scoperta di una realtà da mettere in dubbio che, appena raggiunta, scivola tra le dita come la sabbia, come una nuvola di fumo, come l’eco di suoni lontani.
E' così che le sue immagini imperfette, quasi ‘incuranti’ della tecnica, dove nulla è come sembra, catturano un’emozione non accessibile dai nostri sensi se non scardinando le regole della rappresentazione visiva e ricordandoci che “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi". (Vilma Torselli)